ROMA – La Corte Suprema italiana ha stabilito che la coltivazione domestica su piccola scala della cannabis è legale, in una decisione storica che innesca richieste di ulteriore legalizzazione da parte dei sostenitori delle infestanti e rabbia da parte dei conservatori del paese.
Chiamato a chiarire le precedenti interpretazioni contrastanti della legge, la Corte di Cassazione ha decretato che il crimine di droghe stupefacenti dovrebbe escludere "piccole quantità coltivate sul territorio nazionale per l'uso esclusivo del coltivatore".
La sentenza è stata pronunciata il 19 dicembre, ma è passata inosservata fino a giovedì, quando è stata segnalata dalle agenzie di stampa nazionali e ha immediatamente alimentato un dibattito politico sobbollente sul consumo di cannabis in Italia.
"La corte ha aperto la strada, ora tocca a noi", ha detto Matteo Mantero, senatore del movimento a 5 stelle in carica.
Mantero ha presentato un emendamento al bilancio 2020 chiedendo la legalizzazione e la regolamentazione del consumo domestico di cannabis, ma è stato dichiarato inammissibile dall'oratore del senato del partito conservatore Forza Italia di Silvio Berlusconi.
"Le droghe causano danni, dimentica di coltivarle o di acquistarle nei negozi", ha detto Matteo Salvini, leader del Partito della Lega di destra in una nota venerdì, in riferimento ai negozi che vendono "erbe infestanti" a bassa resistenza che sono diffuse in Italia.
Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia che è alleato della Lega, ha affermato che la prima legge che la coalizione di centrodestra approverebbe se arrivasse al potere "annullerà l'assurdo verdetto della corte".
Salvini, che è stato ministro degli Interni fino a quando non ha lasciato il governo ad agosto nel tentativo fallito di innescare le elezioni, ha spinto per la chiusura dei negozi di erbacce legali e ha esultato a maggio quando la Corte Suprema ha dichiarato che molti dei loro prodotti dovrebbero essere vietati.
Il commercio ha prosperato negli ultimi tre anni in Italia in base alla legislazione del 2016 che consente la cannabis con un livello di principio attivo psicotropico (THC) inferiore allo 0,6 per cento.
Mentre il movimento a 5 stelle anti-istituzione favorisce un approccio più liberale alla cannabis, i suoi alleati della coalizione di centrosinistra e centristi sono più cauti, il che significa che la futura legislazione in materia rimane in dubbio.