CITTÀ DEL VATICANO – I ministri degli Esteri del Vaticano e della Cina si sono incontrati venerdì, ha affermato il Vaticano, in quello che si ritiene sia l'incontro ufficiale di massimo livello tra le due parti da decenni.
L'incontro tra l'arcivescovo Paul Gallagher e Wang Yi, qualcosa di impensabile in passato, si è svolto a margine della Conferenza di sicurezza di Monaco.
Hanno discusso dell'accordo storico del 2018 tra Roma e Pechino, dando al Vaticano l'ultima parola sull'incarico dei vescovi, una questione che era stata a lungo controversa, ha affermato una dichiarazione vaticana.
Ha affermato che le due parti hanno concordato di proseguire il "dialogo istituzionale bilaterale" volto a favorire sia la Chiesa cattolica che il popolo cinese.
Le relazioni tra Vaticano e Pechino sono migliorate dall'accordo del 2018. I cattolici conservatori si opposero al patto, accusando il Vaticano di aver esaurito il governo comunista.
I cattolici in Cina stanno emergendo da oltre mezzo secolo di divisione che li ha visti divisi tra una chiesa "ufficiale" sostenuta dallo stato e una chiesa sotterranea "non ufficiale" che è rimasta fedele a Roma.
Entrambe le parti ora riconoscono il papa come leader supremo della Chiesa cattolica.
Il critico più schietto dell'affare è stato il cardinale Joseph Zen, ex arcivescovo di Hong Kong. Il Vaticano afferma che nessun accordo avrebbe rischiato di provocare uno scisma.
L'incontro di venerdì è stato l'ultimo di una serie di segnali di miglioramento delle relazioni nelle ultime settimane.
Il mese scorso, il papa ha elogiato quello che ha definito il "grande impegno" della Cina per contenere l'epidemia di coronavirus e in seguito il braccio di beneficenza del Vaticano ha inviato centinaia di migliaia di maschere mediche in Cina come gesto di buona volontà.
Molti vedono l'accordo del 2018 sulla nomina dei vescovi come precursore per ristabilire le relazioni diplomatiche tra il Vaticano e Pechino dopo una rottura di oltre 70 anni.
Se riprendessero le relazioni complete, il Vaticano dovrebbe interrompere le relazioni complete con Taiwan, che Pechino considera una provincia ribelle. Il Vaticano è l'unico stato in Europa a riconoscere ancora Taipei.