Centinaia di migliaia di manifestanti si sono radunati sabato nelle città di Europa, Medio Oriente, Stati Uniti e Asia per mostrare sostegno ai palestinesi durante il brutale attacco militare israeliano alla Striscia di Gaza.
In una delle marce più grandi, grandi folle hanno marciato attraverso il centro della capitale britannica, Londra, per chiedere al governo del primo ministro Rishi Sunak di chiedere un cessate il fuoco.
La marcia di sabato a Londra è stata per lo più pacifica, ma la polizia ha detto di aver effettuato nove arresti: due per aggressioni contro agenti e sette per reati contro l’ordine pubblico – alcuni dei quali sono stati trattati come crimini d’odio.
La polizia ha stimato l’affluenza alle urne tra le 50.000 e le 70.000 persone.
Facendo eco alla posizione di Washington, il governo di Sunak ha smesso di chiedere un cessate il fuoco, e ha invece sostenuto pause umanitarie per consentire agli aiuti di raggiungere la popolazione di Gaza.
Il Regno Unito ha sostenuto il “diritto di difesa” di Israele dopo che l’attacco di Hamas del 7 ottobre ha ucciso più di 1.400 persone, per lo più civili.
Secondo il Ministero della Sanità palestinese, il bilancio delle vittime a Gaza ha superato i 7.700, anche per la maggior parte civili, da quando sono iniziati i bombardamenti israeliani tre settimane fa.
In Malesia, una grande folla di manifestanti ha scandito slogan davanti all’ambasciata americana a Kuala Lumpur.
Si stima che circa 100.000 persone si siano manifestate nello stato del Kerala, nell’India meridionale, in solidarietà con la Palestina.
Rivolgendosi a centinaia di migliaia di sostenitori durante una grande manifestazione a Istanbul, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che Israele è un occupante e ha ribadito la sua posizione secondo cui Hamas non è un’organizzazione “terroristica”.
Questa settimana Erdogan ha ricevuto un duro rimprovero da parte di Israele per aver definito il gruppo armato “combattenti per la libertà”.
Proteste si sono svolte anche nella capitale irachena, Baghdad.
I manifestanti palestinesi a Hebron, nella Cisgiordania occupata, hanno chiesto un boicottaggio globale dei prodotti israeliani. “Non contribuire all’uccisione dei bambini palestinesi”, hanno gridato.
Altrove in Europa, la gente è scesa nelle strade di Copenaghen, Roma e Stoccolma.
Alcune città francesi hanno vietato le manifestazioni dall’inizio della guerra, temendo che potessero alimentare le tensioni sociali. Ma nonostante il divieto a Parigi, sabato si è svolta una piccola manifestazione. Diverse centinaia di persone hanno marciato anche nella città meridionale di Marsiglia.
Nella capitale della Nuova Zelanda, Wellington, migliaia di persone con bandiere palestinesi e cartelli con la scritta “Palestina libera” hanno marciato verso il Parlamento.