La decisione del Belize segue mosse simili da parte degli altri stati latinoamericani Bolivia, Colombia, Cile e Honduras.
Il Belize ha sospeso i legami con Israele a causa del suo “bombardamento indiscriminato” della Striscia di Gaza, l’ultimo di una serie di rimproveri diplomatici di Tel Aviv.
Martedì il governo del Belize ha annunciato che richiamerà il suo ambasciatore e ritirerà la richiesta di accreditamento per il suo console onorario a Tel Aviv.
Belmopan ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia gli attacchi “incessanti” dell’esercito israeliano contro l’enclave palestinese assediata e il blocco degli aiuti.
“Il governo del Belize ha più volte condannato le azioni del [Israeli military] a Gaza”, si legge nella dichiarazione del governo. “Abbiamo lanciato un appello a Israele affinché attui un cessate il fuoco immediato e consenta l’accesso senza ostacoli alle forniture umanitarie a Gaza.
“Nonostante le nostre richieste, Israele non ha fermato le sue violazioni del diritto umanitario internazionale né ha permesso agli operatori umanitari di alleviare le sofferenze di milioni di persone”, continua la dichiarazione.
La decisione del Belize segue mosse simili da parte di molti altri stati dell’America Latina. La Bolivia ha interrotto le relazioni con Israele il 1° novembre, mentre Colombia, Cile e Honduras hanno richiamato i loro ambasciatori.
Le spaccature si sono approfondite anche tra Tel Aviv e diversi stati mediorientali e africani. Turchia, Bahrein, Giordania, Ciad e Sud Africa hanno tutti ritirato i loro migliori diplomatici dallo scoppio della guerra.
Un assalto a sorpresa da parte del gruppo palestinese Hamas il 7 ottobre ha ucciso circa 1.200 israeliani, per lo più civili, e ha sequestrato 240 ostaggi, dice Israele.
Da allora Israele ha intrapreso un devastante bombardamento e un’invasione di terra di Gaza, uccidendo almeno 11.320 persone, tra cui migliaia di bambini, secondo i funzionari di Gaza.
La guerra, durata 40 giorni, ha provocato lo sfollamento di circa 1,5 milioni di palestinesi, distrutto gran parte delle infrastrutture del territorio e scatenato una disperata crisi umanitaria, dicono gli operatori umanitari.