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    Come il giornalismo sanguinario americano esulta per la guerra di Israele a Gaza

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    Giornalisti americani come Jake Tapper non usano mezzi termini nel giustificare l’annientamento israeliano del popolo palestinese.

    Screenshot dello spettacolo di Jake Tapper
    [Screenshot/CNN]

    In un recente segmento su come Hamas “inquadra le vittime civili” della guerra di Israele nella Striscia di Gaza, Jake Tapper della CNN esordisce riconoscendo che “sappiamo che civili innocenti a Gaza continuano a essere uccisi dagli attacchi israeliani”. È impossibile “non rimanere colpiti da queste immagini terribili che stiamo vedendo”, afferma, mentre la crisi umanitaria nell’enclave diventa “sempre più grave”.

    Qual è la soluzione, allora? Secondo Tapper, a quanto pare, spetta a Israele continuare a uccidere civili innocenti e presiedere a una catastrofe umanitaria, perché in ogni caso è tutta colpa di Hamas.

    Verso l’inizio del segmento, ci viene mostrata una clip della regina Rania di Giordania che risponde a coloro che sostengono che un cessate il fuoco aiuterà Hamas – un argomento che secondo lei equivale a “appoggiare e giustificare la morte di migliaia di civili”.

    Poi si torna a Tapper, che definisce le osservazioni della regina Rania un “interessante giro di parole” e prosegue chiedendosi con condiscendenza se Hamas non abbia pensato, quando l’organizzazione ha iniziato la sua operazione il 7 ottobre, che Israele avrebbe “reagito con una ritorsione”. modo che causerebbe la morte di palestinesi innocenti a Gaza”.

    Per cominciare, l’“interessante giro di parole” non è tanto “interessante” quanto una semplice constatazione di fatto. Se insisti che non dovrebbe esserci un cessate il fuoco nell’assalto israeliano che ha ucciso oltre 11.000 persone a Gaza in poco più di un mese – beh, sì, stai chiaramente “appoggiando e giustificando” le morti civili.

    E li appoggiate e li giustificate soprattutto se – invece di incolpare Israele per aver massacrato uomini, donne e bambini a Gaza con abbandono – incolpate Hamas per non aver previsto la natura psicotica senza precedenti della “ritorsione” di Israele. Se i media americani e l’establishment politico non fossero così fermamente impegnati a trasmettere una versione completamente decontestualizzata di questa guerra – e di Israele/Palestina in generale – forse un conduttore televisivo si chiederebbe se non sia mai venuto in mente a Israele che i palestinesi avrebbero mai “ritorto” per 75 anni di pulizia etnica, di blocchi soffocanti e di massacri.

    Tapper va avanti con il suo assalto alla logica e all’umanità con l’aiuto di un arsenale di videoclip, molti dei quali per gentile concessione del Middle East Media Research Institute (MEMRI), a sua volta un braccio di propaganda sionista non ufficiale – sebbene la CNN e altri media statunitensi siano facendo un ottimo lavoro anche sotto questo aspetto.

    Da questi filmati, che vedono tra gli altri l’ex leader di Hamas Khaled Meshaal, Tapper trae tre conclusioni convenienti, che trasmette con compiacimento e disprezzo orientalista: che Hamas è totalmente contento che muoiano civili palestinesi; che Hamas non si preoccupa di proteggere i civili e si preoccupa solo dei propri tunnel militari; e che Hamas è determinato a continuare ad attaccare Israele per l’eternità.

    Nel caso qualcuno non fosse convinto, ha anche aggiunto una clip dell’ex segretario di Stato americano Hillary Clinton, che evidentemente è insoddisfatta della quantità di sangue che ha già sulle mani e ne chiede di più: “Le persone che chiedono un cessate il fuoco adesso non capisco Hamas. Non è possibile. Sarebbe un vero regalo per Hamas”.

    Verso la fine del segmento, ci viene presentato il “punto di vista di Israele”, come se non fosse quello che abbiamo ricevuto per tutto questo tempo: “Loro [the Israelis] ascoltare tutte le richieste di cessate il fuoco. Ciò che non sentono è che qualcuno nella comunità internazionale propone loro un modo per recuperare i 240 ostaggi rapiti da Hamas”.

    Ciò è divertente, dal momento che, come riportato da NPR questo mese, un recente sondaggio d’opinione in Israele ha rilevato che quasi due terzi degli israeliani intervistati erano a favore di uno scambio di prigionieri – qualcosa che Hamas ha ripetutamente offerto – in cui Israele rilascerebbe i suoi detenuti palestinesi. in cambio degli ostaggi detenuti da Hamas. Perché guardare alla “comunità internazionale” quando esiste una soluzione proprio lì?

    Vale la pena sottolineare che gli scambi di prigionieri non sono una novità. Nel 2011, ad esempio, Israele ha liberato non meno di 1.027 prigionieri palestinesi in cambio di un singolo soldato detenuto da Hamas dal 2006 – il che spiega il valore superiore attribuito alle vite israeliane.

    E, nel 2008, Israele ha acquisito i resti di due soldati israeliani in cambio di cinque cittadini libanesi e dei resti di 199 prigionieri libanesi e palestinesi.

    Dopo l’operazione di Hamas del 7 ottobre, c’erano più di 5.000 palestinesi che languivano nelle carceri israeliane; due settimane dopo, il numero era raddoppiato, mentre Israele procedeva ad arrestare maniacalmente le persone.

    Ma, ehi, dovremmo vedere solo il “punto di vista di Israele”.

    Procedendo nella sua difesa di questo punto di vista, Tapper lamenta che gli israeliani “non sentono nessuno proporre un modo per rimuovere Hamas dalla leadership di Gaza”. Questo è un “interessante giro di parole”, per prendere a prestito le parole di Tapper, visto che rimuovere Hamas dalla leadership non è affatto affare di nessun altro.

    Ricordiamo che, dopo che Hamas vinse le elezioni democratiche nel 2006, gli Stati Uniti decisero che erano davvero affari loro e scatenarono una guerra civile a Gaza – a vantaggio finale di Hamas. Ops.

    In ogni caso, chi ha bisogno di una guerra civile palestinese quando si può semplicemente annientare Gaza del tutto?

    Il segmento di Tapper ha ricevuto elogi da varie figure dei media statunitensi, con Brit Hume di Fox News che ha lodato la sua “eccellente analisi”. Si tratta di un’“analisi”, ovviamente, condivisa dal presidente Joe Biden e da tutto lo spettro politico-mediatico statunitense: che un cessate il fuoco è fuori discussione e che i palestinesi devono continuare a morire.

    E mentre Tapper continua a fare audizioni per il ruolo di portavoce militare israeliano, è necessario chiedere un cessate il fuoco immediato al giornalismo assetato di sangue.

    Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la posizione editoriale di Al Jazeera.

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